Fa male a chi fuma e a chi non fuma.
Fa male all’ambiente: il rischio di incendi boschivi è elevatissimo durante l’estate.
Nel 2023 in Italia c’è stato il 36% in più di incendi rispetto l’anno precedente. (Fonte: European Forest Fires Information System, dati ISPRA). Si tratta di una superficie complessiva di 1.073 chilometri quadrati, quasi un terzo della Valle d’Aosta. Lo scorso anno l’83% del totale della superficie forestale colpita ha interessato la Calabria e la Sicilia.
Non si tratta solo di distruzione del paesaggio e dell’ecosistema. Ogni incendio boschivo causa l’incremento di diversi gas inquinanti tra cui la CO2. C’è poi da considerare che una foresta bruciata torna nella sua condizione ottimale dopo 80-100 anni. Altro effetto da sottolineare è l’indebolimento del suolo che causa una maggiore vulnerabilità per il dissesto idrogeologico; i terreni bruciati favoriscono il proliferare di frane.
Vale la pena alzare l’attenzione su questo tema, analizzare con maggiore consapevolezza i fenomeni climatici e incrementare la sensibilizzazione ad un corretto comportamento umano.