Ogni anno nel Mondo si perdono 4,7 milioni di ettari di foreste con successivo aumento di effetti negativi per la sopravvivenza della vita umana e del nostro pianeta. Senza ombra di dubbio la perdita di un’innumerevole quantità di alberi comporta, tra le conseguenze più gravi, un incremento dell’effetto serra, poiché le piante sono indispensabili per trasformare in ossigeno l’anidride carbonica; un ostacolo per la conservazione della biodiversità, in quanto molte specie animali e vegetali si vedrebbero estirpate dal proprio habitat naturale; un aumento di frane ed erosioni, per via della mancanza di radici che possano contenere ed arginare l’acqua piovana.
A tal proposito, in Giappone, nei primi anni del 1300, è stata ideata la tecnica Daisugi basata su un antico sistema di selvicoltura che, appunto, ha come effetto quello di prevenire la deforestazione, oltre che produrre legna di altissima qualità. Sebbene sia nata dal bisogno di risolvere un problema legato alla scarsità di materia prima (il legno) fondamentale per le case dell’epoca, nel tempo si è evoluta, pur mantenendo intatte le sue caratteristiche, in un modo per consentire agli alberi una crescita maggiore e una vita più lunga, senza dover abbattere l’albero madre.
La procedura della tecnica Daisugi consiste nell’innesto di alberi su altri alberi in modo tale che in futuro non avvenga l’abbatimento dell’intera pianta, ma solo la potatura della parte superiore costituita dall’albero innestato, quello cresciuto sopra, come fosse un bonsai. Gli alberi protagonisti di questo procedimento sono principalmente cedri rossi, piantati proprio per questo scopo: vengono potati unicamente a mano lasciando crescere solo i rami superiori da cui germoglieranno i nuovi rami. Da un singolo albero possono crescere dai 12 ai 100 tronchi alla volta producendo, in questo modo, legno dai 200 ai 300 anni prima di esaurirsi.
In un Mondo che rischia il collasso per via dei comportamenti umani, il Diasugi emerge come se non tutto fosse perduto, come se non tutti gli uomini fossero da buttare.