Nel panorama delle innovazioni tecnologiche, un ruolo inaspettato ma cruciale sta emergendo per batteri e microbi, che stanno trasformando il settore dell’edilizia. Questi microrganismi si stanno rivelando risorse preziose per la creazione di materiali sostenibili, autoriparanti e più resistenti. Il loro utilizzo promette di cambiare non solo il modo in cui costruiamo, ma anche come concepiamo la relazione tra tecnologia e natura.
Un esempio significativo è il cemento autoriparante, tecnologia che sfrutta batteri specifici per ricostituire in maniera autonoma le crepe nelle strutture. Quando l’acqua penetra nelle microfratture, i batteri, introdotti nella miscela cementizia insieme a nutrienti come il lattato di calcio, si attivano e producono calcare, sigillando le crepe. Questo approccio riduce drasticamente i costi di manutenzione e prolunga la vita degli edifici, diminuendo la necessità di nuove produzioni di cemento, uno dei materiali più inquinanti. Un altro campo di applicazione promettente è quello dei mattoni biologici, realizzati grazie a batteri che producono carbonato di calcio attraverso un processo chiamato “biomineralizzazione“. Questa tecnica consente di produrre mattoni a temperatura ambiente, eliminando l’uso di forni industriali che emettono grandi quantità di CO2. Il risultato è un materiale ecologico, ad alta resistenza e con un ciclo di vita significativamente più sostenibile rispetto ai mattoni tradizionali.
I microbi stanno trovando impiego anche nella purificazione dell’aria negli edifici. Alcuni ricercatori stanno sviluppando rivestimenti per pareti e pavimenti che incorporano microbi vivi capaci di neutralizzare inquinanti atmosferici, migliorando la qualità dell’aria negli ambienti interni, rendendo le abitazioni più sane e sicure.
Queste innovazioni rappresentano un passo decisivo verso un’edilizia più sostenibile, resiliente e rispettosa dell’ambiente. L’integrazione di biotecnologie nelle costruzioni offre soluzioni creative a problemi strutturali e promuove un cambiamento culturale profondo.
- Mariarita Persichetti