Gli effetti delle guerre e delle operazioni militari presenti in tutto il mondo sono sempre più devastanti
anche sull’ambiente.
Nero come la morte. Rosso con il sangue. Bianco come l’innocenza delle vittime civili.
Non sono gli unici colori della guerra.
Ci sono anche i colori dei metalli pesanti come cobalto, piombo, arsenico, bario e alluminio. E poi
anche uranio impoverito e fosforo bianco. Metalli che provocano forti problemi respiratori,
mutazioni genetiche, hanno effetti terribili sia sui corpi umani sia sulla natura, azzerando la
crescita della vita vegetale e contaminando il suolo. Altro allarme lanciato da diversi Paesi è la
deforestazione, una problematica che ha implicazioni anche sociali ed economiche. E ancora,
l’annientamento delle riserve naturali.
Forse i governi dovrebbero essere obbligati a segnalare le emissioni militari?
Se tutti ci fermassimo a capire seriamente quale futuro stiamo lasciando alle nuove generazioni,
la guerra avrebbe un solo colore: quello della morte, della devastazione, degli effetti disastrosi per
l’ambiente e per l’ecosistema naturale.
Un colore che nessuno mai più vorrebbe usare, nemmeno per dipingere il dolore.